Il Ritorno della guerra nelle relazioni internazionali. I conflitti armati tra etica e diritto dal 900 ad oggi
di Luca Galantini
Dettagli del corso
L’evoluzione politica istituzionale delle Relazioni Internazionali nel XXI secolo indica una sempre più radicata riaffermazione del ruolo della guerra come strumento di definizione delle controversie tra gli Stati e gli altri soggetti sovranazionali della Comunità internazionale nel solco di una progressiva affermazione di un modello politico istituzionale multipolarista in aperto contrasto con il multilateralismo delle Nazioni Unite.
I tragici eventi delle due guerre mondiali nel corso del XX secolo hanno determinato l’affermazione in seno alla Comunità politica internazionale di una nuova dottrina giuridica che nega la legittimità e liceità della guerra, dottrina tradotta nei primi articoli fondativi dello Statuto dell’ONU del 1945; ciò in espresso contrasto con una tradizione culturale giuridica e politica plurisecolare che ha sempre riconosciuto la guerra come istituto giuridico lecito di definizione delle controversie tra soggetti sovrani.
Gli esiti drammatici di un ricorso sempre più intenso ai conflitti armati nell’avvio del nuovo millennio parrebbero smentire dunque i fondamenti della dottrina internazionalistica dello jus contra bellum, del divieto di ricorrere alla forza armata nelle Relazioni Internazionali.
In realtà la guerra come strumento bellico si è diversificata negli anni in una molteplicità di tipologie assolutamente differenti, con loro precise caratteristiche strutturali: conflitti armati internazionali, non internazionali, asimmetrici, destrutturati, etnici, acts short of war, atti terroristici.
Tuttavia in un quadro politico istituzionale e dottrinale così confuso e contradditorio in realtà si ripropone in modo costante, ad ogni evento bellico, un quesito etico giuridico di fondo: è possibile argomentare una teoria internazionalistica che riconosca la liceità e giustezza del ricorso all’uso della forza armata?
In tal senso si possono leggere le sempre più dibattute dottrine del diritto di intervento umanitario e della Responsibility to Protect (R2P), che ripropongono, de facto, e non casualmente, la medesima riflessione che la dottrina della Chiesa compie in ordine al diritto di usare le armi.
Attraverso un excursus a cavallo dei secoli XX e XXI il Corso presenta il quadro storico dottrinale alla base della disciplina dei conflitti armati nelle Relazioni Internazionali, dallo jus ad bellum alla affermazione dello jus contra bellum, alla disciplina normativa prevista dalle Nazioni Unite, per giungere ad una disamina organica dei molteplici eventi bellici contemporanei e delle più recenti linee di pensiero in ordine alla liceità etica del ricorso alla forza armata.
Struttura del corso
Il corso è articolato in 4 lezioni di 1 ora e 30 minuti ciascuna, di cui un’ora dedicata alla formazione più la discussione.
Programma
- LEZIONE 1 - Dallo jus ad bellum allo jus contra bellum
- LEZIONE 2 - Il monopolio dell’uso della forza armata dell’ONU: un quadro normativo contraddittorio
- LEZIONE 3 - Le differenti tipologie di conflitti armati e la loro disciplina
- LEZIONE 4 - Le condizioni di una “guerra giusta”? Dal diritto di intervento umanitario alla Responsibility to protect
Videoregistrazione
Per ogni lezione è disponibile la videoregistrazione, nella pagina del corso, per essere fruita “on demand” quando e dove vuoi.
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Docente

Prof. Luca Galantini
Luca Galantini è docente di Regimi Internazionali presso l’Università Cattolica del S.Cuore di Milano, è specializzato in Diritto Internazionale Umanitario e dei Conflitti armati, che insegna presso il Master-Double Degree di Economia e Politica Internazionale (MEPIN) dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (ASERI) e dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano (USI).
Visiting Professor presso le Università Jagellonica di Cracovia (Polonia), Turku (Finlandia), Mostar (Bosnia-Erzegovina) e Innopolis di Kazan (Russia).
E’ stato direttore di molteplici programmi di State-building, stabilizzazione post-conflitto, cooperazione e sviluppo promossi dalla Commissione UE e dal Ministero degli Affari Esteri.
Ufficiale commissario della Riserva dell’Esercito, istruttore di Diritto Internazionale Umanitario.É stato consulente giuridico del Ministero degli Affari Esteri e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
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