Roma capitale: eclettismo e liberty per una capitale funzionale

DETTAGLI DEL CORSO

Il corso è articolato in 1 lezione di 1 ora e 30 minuti, di cui un’ora dedicata alla formazione più la discussione.

Il 20 settembre 1870 i bersaglieri entravano a Roma da Porta Pia: l’Italia era unita e Roma la sua capitale naturale. Ma non è cosa da poco: la città conta all’incirca 250mila abitanti, niente. Ha intere zone degradate e inabitabili e, per colmo di misura, il 28 dicembre del 1870 – quando il re si era insediato da pochissimo al Quirinale – si verifica una delle più disastrose piene del Tevere. Esistono foto d’epoca che ci mostrano la gente in barca in piazza del Pantheon! Inizia così il fervore edilizio della roma savoiarda, che chiamiamo umbertina perché per la maggior parte avviene sotto il Re Umberto (1878-1900). Dalla costruzione dei muraglioni del Tevere a all’edificazione dei palazzi ministeriali, fino alla costruzione di interi nuovi quartieri per le abitazioni decorose per la nuova borghesia: nascono l’Esquilino, il Quirinale, il Viminale, via Nazionale, ma anche la zona di via Veneto dalla lottizzazione di Villa Ludovisi. Villa Borghese si salva per miracolo, Villa Pamphilj viene evitata perché è troppo fuori mano. Tutto ciò non è immune da scandali e speculazioni, di cui il pi celebre è il crac della Banca Romana, un colossale fallimento finanziario-immobiliare che investì la politica italiana tra il 1892 e il 1894. Nel frattempo, Roma era piena di miserabili: operai e manovali mal pagati – spesso non pagati – immigrati dal Molise, dall’Abruzzo, dalle Marche, lasciando la famiglia e vivendo in condizioni disastrose. Sarà il più innovatore dei sindaci di Roma, Ernetsto Nathan (1907-1913), a pensare ai quartieri operai. A lui si deve anche il primo piano regolatore del Novecento, con zone di sviluppo verdi, a villini, per i ceti più bassi e per la piccola borghesia. Nascono Testaccio, l’Aventino, Monteverde Vecchio, la Garbatella. E anche le prime scuole pubbliche di Roma, accessibili a tutti per una migliore speranza di futuro.

DOCENTE

Penelope Filacchione

Penelope Filacchione. Storica dell'arte specializzata in iconografia e iconologia cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.

Dal 2003 è docente Archeologia e Storia dell'arte classica e cristiana antica presso  la facoltà di Lettere classiche e cristiane antiche dell'Università Pontificia Salesiana e ha tenuto la cattedra di Archeologia cristiana per la facoltà di Teologia del medesimo ateneo. Insegna presso le Scuole d'Arte e dei Mestieri di Roma Capitale e presso la Link Campus University.

Ha collaborato alla redazione della rivista Archeo - Attualità del passato, ha all'attivo numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative e ha curato e scritto - insieme a Caterina Papi - il volume Archeologia cristiana - coordinate storiche, geografiche, culturali edito dalla LAS e pensato specificamente per gli studenti delle facoltà teologiche e degli atenei pontifici.

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