Dettagli del corso
Il corso “Tolkien e il Medioevo” si propone di mettere in evidenza e presentare, in una nuova chiave di lettura, le connessioni esistenti fra le produzioni culturali, intellettuali, artistiche dell’età di mezzo e l’opera di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), con un focus particolare sui due romanzi più noti dell’autore, The Hobbit (1937) e The Lord of the Rings (1954-1955). In apertura del corso, con una lezione di taglio introduttivo (Le fonti medievali della Terra di Mezzo) verranno presentate e indagate le principali fonti medievali che furono d’ispirazione per Tolkien, filologo, linguista, professore di lingua e letteratura anglosassone, studioso di Medioevo e scrittore, nella genesi del suo Legendarium, come e in che misura le stesse abbiano influenzato la mitopoiesi dell’universo mitico della Terra di Mezzo. Per fare alcuni esempi particolarmente significativi, che si analizzeranno nel corso della lezione: le saghe norrene, in primis l’Edda poetica (XIII sec.), con il suo Vǫluspá, che suggerirono a Tolkien l’idea di Elfi, Nani e Troll (da lui rivisitati) a popolare il suo universo immaginario, i nomi degli stessi Nani de Lo Hobbit, la figura di Gandalf quale novello “Odino viandante”; il poema in antico inglese Beowulf (XI sec. ca), che ispirò Tolkien per la creazione dei suoi eroi “mascolini” così come della Sala del Palazzo d’Oro di Meduseld, in parte debitrice della descrizione della regia di Heorot nel poema; il Nibelungenlied, poema epico germanico del XIII secolo, studiato da Tolkien, dal quale deriva il nucleo tematico dell’oro del Reno (che Wagner tramuterà in un anello nella sua tetralogia) quale oggetto di potere, tentazione e corruzione, insieme alla Völsunga saga (XIII sec.), sua antenata islandese, dal quale il professore di Oxford trasse spunto per il tema del giuramento e dell’onore guerriero che contraddistinguono gli eroi dei suoi romanzi, il motivo della sfida tra l’eroe puro del Nord e il drago/serpente custode di un ricco quanto pericoloso tesoro, ma anche per l’elaborazione di un poema narrativo postumo, The Legend of Sigurd and Gudrún (2009); infine, il Kalevala finnico, poema molto apprezzato da Tolkien (in realtà un insieme di canti epici tradizionali della Finlandia, riuniti nel 1835 da Elias Lönnrot), tanto da ispirarlo nella creazione del suo corpus di miti organico, complesso, coerente ed ampio, in cui ambientare le vicende, le trame e i personaggi della Terra di Mezzo, nonché nell’invenzione del Quenya, il linguaggio elfico, vera struttura portante e prima della «nuova mitologia» inaugurata da Tolkien per la sua amata Inghilterra.
Nella seconda parte del corso, quindi nelle successive tre lezioni, ci si soffermerà, invece, su tre temi particolarmente rilevanti dell’universo mitico e narrativo elaborato da Tolkien, che testimoniano come l’opera del professore di Oxford, sia un esempio magistrale ed elevato di medievalismo. Nella seconda lezione, La quest: il viaggio circolare dell’eroe-pellegrino e dell’eroe-messia de Lo Hobbit e del Signore degli Anelli, viene affrontato il tema della quest, ovvero il viaggio circolare e simbolico, di “andata e ritorno” e di iniziazione, dell’eroe-pellegrino o dell’eroe-messia, tema portante nell’opera di Tolkien, che l’autore riprende, rielaborando la materia originaria, dai romances medievali del Ciclo bretone, come il Lancelot, Yvain, le Chevalier de au Lion, e Perceval de Chrétien de Troyes (1139 ca – 1189 ca), e soprattutto il romance in middle english Sir Gawain and the Green Knight (1370 ca), cui Tolkien stesso dedicò diversi studi e una versione critica. Nella quest di Frodo, protagonista del Signore degli Anelli, il tema della “cerca del Graal” viene ribaltato: non è la ricerca dell’oggetto sacro per il possesso o la salvezza personale che preoccupa l’eroe tolkieniano, ma la distruzione dell’oggetto stesso, l’anello in questo caso, in quanto emblema di potere, corruzione, caduta, in una parola del Male. Una svolta tematica sulla quale occorrerà soffermarsi. A questa costruzione narrativa si affianca una nuova concezione dell’eroe: figure come Aragorn, Boromir, Gandalf, in Tolkien incarnano i valori della cavalleria medievale cristiana, ma anche virtus e orgoglio nobiliare del mondo pagano – si vedano, a tal proposito, gli studi e la traduzione del poema in antico inglese Beowulf ad opera di Tolkien, i suoi saggi come The Monsters and the Critics and Other Essays (nato come conferenza nel 1939 e pubblicato postumo), il racconto storico drammatico The Homecoming of Beorhtnoth Beorhthelm’s Son (1953), testi che saranno di riferimento per la lezione in oggetto.
La terza lezione, dal titolo già di per sé esemplificativo, Il «re dormiente sotto la Montagna»: utilizzi e rielaborazioni del mito in Tolkien fra Medioevo e medievalismo, sarà appunto dedicata ad un mito archetipico dell’immaginario medievale, quello del re “occultato” o celato, appunto, sotto una montagna (o nelle profondità del mare o di un lago, qual è il caso di re Artù nel Ciclo Bretone), ferito quasi mortalmente e caduto in un profondo sonno, ma destinato a tornare quando i tempi saranno maturi, per restaurare un nuovo ordine giusto e cristiano sul mondo. Quindi re Artù, ma anche Carlo Magno, Federico I Barbarossa e Federico II di Svevia, re Aroldo II d’Inghilterra e, per l’Oriente, i sette dormienti di Efeso, sono figure cui la tradizione cristiana medievale assegna il ruolo di re-salvatori o santi celati, destinati a tornare nel giorno del giudizio per risollevare le sorti dell’umanità. A queste diverse figure del mito Tolkien guarda con interessa nell’elaborare la figura di Aragorn, il re-ramingo che “ritorna” come sovrano al trono che gli spetta di diritto, dopo le sue peregrinazioni provvidenziali, con una spada riforgiata, emblema del suo lignaggio numenoreano e del suo ruolo sacro e indiscusso (Anduril, una novella Excalibur), o ancora quella dei sette padri dei Nani e di Thorin “Scudo di quercia”, cui spetta il titolo di Re sotto la Montagna e che, nelle profondità del suo regno montuoso di Erebor, sarà infine seppellito, spada (sacra) in pugno e arkengemma accanto.
La quarta ed ultima lezione ha titolo «Il drago non è una fantasia oziosa»: i bestiari medievali alle origini di dracones, monstra e animali della Terra di Mezzo di Tolkien. Qui si metteranno in luce e si approfondiranno i legami tra le creature descritte nei bestiari medievali e la fauna del mondo di Tolkien, a partire dal Bestiario di Rochester del XII secolo, dal Bestiario di Aberdeen del secolo successivo, e dal Liber de Natura Rerum di Tommaso di Cantimprè (1201-1272), scritto nel corso del XIII secolo: i draghi, gli olifanti, le Grandi Aquile, Beorn e i beorniani, «gli esseri senza nome» delle profondità della terra, che popolano l’imaginarium tolkieniano, condividono simbologie cristiane, caratteristiche etologiche e biologiche, intrinseci significati morali, con fiere e animali che popolano i bestiari, specchio dell’immaginario collettivo e del privilegiato rapporto con la natura dell’uomo dell’Occidente medievale.
Struttura del corso
Il corso sarà articolato in 4 lezioni di 1 ora e 30 minuti ciascuna. Le lezioni si svolgeranno dalle ore 21:00 alle 22:30.
La data di inizio del corso è l’8 ottobre 2025.
Programma
LEZIONE 1 – Le fonti medievali della Terra di Mezzo di Tolkien
QUANDO: 8 ottobre 2025
ORARIO: 21:00 – 22:30
LEZIONE 2 – La quest: il viaggio circolare dell’eroe-pellegrino e dell’eroe-messia ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli
QUANDO: 15 ottobre 2025
ORARIO: 21:00 – 22:30
LEZIONE 3 – Il «re dormiente sotto la Montagna»: utilizzi e rielaborazioni del mito in Tolkien fra Medioevo e medievalismo
QUANDO: 22 ottobre 2025
ORARIO: 21:00 – 22:30
LEZIONE 4 – «Il drago non è una fantasia oziosa»: i bestiari medievali alle origini di dracones, monstra e animali della Terra di Mezzo
QUANDO: 29 ottobre 2025
ORARIO: 21:00 – 22:30
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Docente

Dott. Nicolò Maggio
Nicolò Maggio (Messina 05/12/1992). Dottore di ricerca in "Scienze Umanistiche" (36 ciclo) presso l'Università degli Studi di Messina (DICAM). Tutor: prof.ssa Montesano Marina.
Studia il fenomeno dei medievalismi d'età romantica e risorgimentale, con particolare riferimento alla penisola italiana e alla Sicilia. Si occupa inoltre di storia della Sicilia medievale.
Altra branca dei suoi studi è il rapporto tra il Medioevo, il medievalismo e l'opera di J.R.R. Tolkien. A questi temi ha dedicato diversi saggi scientifici.
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