Il barocco: un sistema culturale globale
Una mostra allestita tra aprile e luglio a Londra, nella sede del Victoria and Albert Museum, ha puntato l’attenzione sul tema del barocco e della cultura barocca in Europa e nel mondo. Ed è curioso che sia stata proprio la città anglosassone, erede della cultura anglicana, a celebrare i fasti della cattolicissima arte barocca.
Il mondo dell’età barocca
Nel 1648 la Pace di Westfalia poneva fine alla Guerra dei Trent’Anni: con essa la Spagna riconosceva l’indipendenza delle Province Unite, riportando la pace tra i maggiori Paesi europei; nelle città di Münster e Osnabrück vennero scritti i trattati che regolavano le questioni territoriali, politiche, ma soprattutto religiose. La guerra aveva infatti rappresentato essenzialmente la lotta per la predominanza cattolica o protestante nelle regioni dell’Impero.
Con la pace venne anche riconosciuta la confessione calvinista accanto a quelle cattolica e luterana, insieme al ripristino del vecchio principio del “Cuius regio eius religio”. Si chiudeva così un lungo periodo di guerre di religione e gli Stati si volgevano alla propria organizzazione interna, prostrati dall’ingente impegno bellico che avevano affrontato.
Negli stessi anni l’Inghilterra affrontava la sanguinosa rivoluzione che portò all’eliminazione della monarchia con la condanna a morte del Re Carlo I e alla proclamazione del Commonwealth, la repubblica inglese. In Francia, parallelamente, la Fronda parlamentare e quella dei principi contrastavano lo strapotere del cardinale Mazzarino in assenza del monarca (alla morte di Luigi XIII nel 1643, il suo successore aveva solo cinque anni).
La Spagna viveva altresì un momento di grande tensione al suo interno: la federazione dei regni che la costituiva andava conquistando sempre maggiore autonomia rispetto al potere centrale. A sua volta il sovrano cercava di risolvere la grave crisi economica imponendo maggiori contributi in denaro alle regioni finché la Catalogna e il Portogallo si ribellarono. Quando la morsa fiscale si spostò sui possedimenti italiani, il governo spagnolo si trovò a fronteggiare altre gravi rivolte.
È un momento di inevitabili conflitti e mutamenti politici e religiosi. Cambiano le forme di organizzazione sociale e la cultura acquista un tono propagandistico che prima non aveva. Dalla fine del Cinquecento la Chiesa Cattolica chiede, come ratificano le sessioni del Concilio di Trento conclusosi nel 1563, che l’arte tutta divenga veicolo del messaggio cattolico.
La cultura cosiddetta “barocca” (termine secondo alcuni derivato dalla definizione portoghese e spagnola di una perla di forma irregolare) deve arrivare alla gente rassicurandola nel credo cattolico romano, ma anche indicare dei punti fermi e una via da percorrere in un momento in cui la situazione europea era scossa da tanti radicali mutamenti. Per la prima volta la cultura acquista perciò una connotazione di cultura di massa con il compito di giungere ovunque; e lo stile barocco dall’Italia, il Paese che deteneva all’epoca il primato delle arti e del bello, si diffonde dunque in Europa e nel mondo.
Gian Lorenzo Bernini, uno dei massimi artisti del tempo, con la sua celebre Fontana dei Fiumi in Piazza Navona (1648-1651) sembra rappresentare questo concetto divulgativo: le personificazioni del Nilo, del Gange, del Danubio e del Rio della Plata sono il simbolo delle parti del mondo allora conosciute e esprimono un sentimento di globalità riferito all’arte romana barocca e al Papato, «vittorioso e trionfante sull’Urbe e sull’Orbe quadripartito», come scriveva nel 1999 Marcello Fagiolo.
Il barocco e la diffusione di una cultura di massa
La mostra londinese affronta le molte complesse tematiche inerenti alla cultura barocca e alla sua diffusione durante i secoli XVII e XVIII, direttamente attraverso le opere, come è giusto che sia, invece che ricorrendo a interminabili saggi sulle epoche storiche e sulle trasmigrazioni culturali. Nelle cinque sezioni in cui si articola l’esposizione all’interno del Victoria and Albert Museum viene presentato l’universo barocco in tutta la sua magnificenza.
La prima sezione si occupa di rappresentare il mondo e la cultura in cui si sviluppano le novità barocche: la situazione politica, così come le mete raggiunte durante i viaggi delle navi delle maggiori potenze europee. Poi vengono presentate le bizzarrie stilistiche, il forte impatto visivo ottenuto grazie alle invenzioni della nuova arte, capace di stupire e meravigliare. Vengono ricordate le manifatture lussuose promosse in Francia dal Re Sole, l’artefice della più fastosa corte barocca, e la lavorazione artistica degli oggetti di uso quotidiano e della mobilia.
La terza sezione offre un panorama delle arti applicate allo spettacolo, elemento che si collega profondamente con la filosofia barocca fondata sull’unione delle arti in nome di quello che veniva definito da Domenico Bernini (il figlio dell’artista) “il meraviglioso composto”. Gli apparati effimeri preparati in occasione delle feste principesche, i fuochi d’artificio e gli opulenti addobbi nelle chiese sono parte integrante di questo senso spettacolare che pervade lo stile barocco.
Il teatro conosce una nuova fase: discendendo direttamente dall’aulico teatro della classicità, acquista un incredibile vigore, riassumendo in sé la vivace esperienza fiorentina delle rappresentazioni pagane e il fascino ipnotico delle sacre rappresentazioni, elaborate particolarmente dai gesuiti in abito romano. Nasce il melodramma che racchiude in un solo momento la poesia, la musica, il canto, la recitazione, la pittura, la scultura, l’architettura, oltre all’ingegneria che permetteva incredibili cambi di scena.
Il dramma musicale si diffonde nei teatri di corte romani e fiorentini, fino al teatro pubblico di Venezia, e ai teatri di tutta Europa. La poesia e la musica, arti sorelle, trasmettono con un linguaggio efficace e alla portata ormai di tutti, le storie della mitologia e quelle letterarie, oltre alle meravigliose vicende agiografiche e sacre che contribuiscono alla diffusione di esempi di fede in tutto il mondo.
La quarta sezione della mostra londinese racconta come l’arte barocca abbia celebrato la devozione in ogni parte del mondo conosciuto con opere che testimoniano il culto dei santi, e particolarmente dell’Immacolata Concezione, fortemente riaffermato dai dettami tridentini; sono posti in evidenza i luoghi venerati, la ritualità e le tradizioni religiose fortemente radicate anche in luoghi lontani dall’Europa come il Messico e il Perù.
L’ultima sezione affronta il tema dell’organizzazione del palazzo, quale paradigma dei percorsi tracciati dalle numerose letture possibili della vicenda barocca. Il palazzo è l’emblema del potere, fulcro di ogni attività degna di memoria: in esso si muovono i sovrani, i principi e gli uomini di Chiesa che decidono il destino dei Paesi.
L’architettura del palazzo, con l’organizzazione dei suoi spazi interni ed esterni, è sottoposta a un ben definito schema strutturale gerarchico. Intorno si sviluppano i giardini e il parco con le fontane e i giochi d’acqua: tutto concorre a rappresentare l’eccellenza dei proprietari e a celebrarne il potere. L’architettura e l’arte decorativa sono un mezzo molto efficace per trasmettere attraverso il tempo il messaggio della gloria.
L’eloquenza degli oggetti nel barocco
Sono gli oggetti d’arte che raccontano, riuscendo spesso a essere esaurienti più di tante concettose espressioni verbali. Ecco allora che nel percorrere le sale il visitatore può ammirare le suggestive tele di Michelangelo Cerquozzi, e Viviano Codazzi con la rivolta napoletana guidata da Masaniello o la raffigurazione della ratificazione del Trattato di Munster, opera di Gerard ter Borch.
I momenti storici più significativi sono così immortalati e raccontati ai posteri. Anche il tessuto urbano accoglie in sé la memoria delle vicende belliche e politiche. A Roma fu costruita da Carlo Maderno, per volere del cardinale Scipione Borghese, la chiesa di Santa Maria della Vittoria per ricordare la battaglia della Montagna Bianca nei pressi di Praga, dove l’esercito cattolico, formato dalle truppe spagnole, iberiche e bavaresi, annientò i rivoltosi boemi.
La chiesa fu intitolata a Maria perché durante il conflitto era stata ritrovata un’immagine della Vergine nei pressi del Castello di Pilsen. La chiesa è nota anche perché al suo interno conserva una delle più alte espressioni del “mirabile composto” barocco delle arti: la celebre cappella Cornaro con il gruppo statuario della Transverberazione di Santa Teresa d’Avila, opera di Gian Lorenzo Bernini.
La mostra alterna i ritratti di personaggi storici, quali il Re di Francia Luigi XIV, Papa Innocenzo X, Cristiano IV di Danimarca e quelli degli artisti stessi, ai luoghi in cui lo sfarzo e il decorativismo barocco furono emblematici. Sono ricordati gli affreschi di Giambattista Tiepolo nella residenza imperiale di Würzburg, quelli di Luca Giordano all’Escorial di Madrid. Piazza San Pietro viene rappresentata in un dipinto di Gaspar van Wittel, quale emblema della fede e rappresentazione del bello e dell’armonia divina in terra.
Segue poi l’arte in ogni sua declinazione possibile: gli oggetti d’arredamento, i mobili, i lussuosi servizi da tavola, le incisioni che rappresentano gli spettacoli teatrali, i costumi di scena e le feste principesche e quelle religiose. Sono presenti i meravigliosi arredi liturgici e le testimonianze pittoriche e architettoniche dell’arte sacra e devozionale. Numerose stampe raffigurano il cosiddetto giardino barocco, come quelli di Versailles e Het Loo. Dalla Roma papale, dalla Francia della sontuosa corte del Re Sole e dal cuore di un’Europa, sconvolta dai disordini politici, il Barocco, inteso non solo come stile, ma come vero e proprio sistema culturale, si diffonde ovunque e conquista mondi lontani.
FONTE: Radici Cristiane n. 48