La tomba e la sua memoria. All’interno della Basilica di San Pietro

La Basilica sorta sulla tomba di Pietro è uno scrigno monumentale, che narra la memoria della sua reliquia, dall’altissimo valore sacrale, ma dal poverissimo carattere materico, perché Pietro fu sepolto nella nuda terra, tra centinaia di altre tombe nella necropoli vaticana.
Mons. Agostini affronta subito ciò che appare un paradosso: la povertà umilissima della reliquia e, di contro, la ricchezza insuperata e insuperabile del suo reliquiario. Ed entra così nel vivo di quel dibattito, che si ripresenta a ondate nella storia, circa la liceità o meno da parte della Chiesa di riempire i suoi luoghi di culto della luce sfavillante, che emanano i materiali preziosi che li rivestono. Ma con notevole nitore argomentativo lo studioso risale alle origini del culto dei Santi cristiani e alla necessità di dare il giusto valore alla fede: «Il materiale prezioso dei reliquiari» e l’arte ivi contenuta «hanno il compito di colmare il divario esistente tra la ‘povertà’ della reliquia e la grandezza del Santo a cui appartiene» (p. 12). Ma la vera rivoluzione fu nell’aver reso, fin dalle origini, del tutto pubblici questi luoghi sacri e i tesori per loro creati, perché una caratteristica fondamentale dell’arte sacra cristiana, evidenziata anche nella prefazione al libro del prof. Paolucci, ma ancora oggi troppo spesso trascurata o travisata, è che la Bellezza e la ricchezza dell’arte nelle chiese non venga destinata all’autocelebrazione e al godimento di pochi eletti, bensì sia un dono per tutti, sia pubblica, gratuita e valida in ogni tempo.
Analizzando l’insieme ed i singoli dettagli della Basilica, lo studioso evidenzia come la bellezza nelle chiese sia addirittura un supporto necessario ed indispensabile alla fede. Sarebbe, quindi, un grave delitto se la Chiesa ne fosse privata, perché è proprio nella bellezza della creatura che si scorge quella del suo Creatore, è nella luce trasfigurata che emana dall’oro e dai marmi, è nell’armonia tra forma e contenuto, è nel mistero che assume una forma, è in quella linea continua che unisce la croce posta alla sommità della cupola di San Pietro con la tomba terragna dell’apostolo Pietro, che cielo e terra si congiungono. Una mirabile congiunzione, questa, che «lascia sgomenti» anche «chi non crede» (p. 12).
La basilica ad corpus sorta sulla tomba di Pietro è essa stessa la Chiesa fondata su Pietro-pietra, resa viva in ogni tempo dalla comunità dei fedeli che ivi si raccoglie ogni giorno, fin da quelle prime luci dell’alba, quando la trasfigurazione della materia è ancora meglio percepibile.
Ben lungi dall’essere una pura guida storico-artistica ai tesori della basilica, l’analisi di Agostini svela in forma sintetica ma molto efficace quel disegno di fede, profondo e unitario voluto dai pontefici e sotteso alle scelte formali, in totale continuità e sintonia con quel testo che ha segnato una vera e propria svolta nell’approccio ai tesori della Basilica: San Pietro in Vaticano. I mosaici e lo spazio sacro, Lev-Jaca Book, Città del Vaticano 2011.
FONTE: Radici Cristiane n. 100