La Cattedrale degli Imperatori: Aquisgrana

La Cattedrale degli Imperatori: Aquisgrana - Schola Palatina
FONTE IMMAGINE: Wikimedia Commons (https://it.wikipedia.org/wiki/File:Sonnenuntergang_Dom.jpg) - Autore: Geolina163

Carlo Magno fece di Aquisgrana una delle sue residenze principali, costruendovi il Palazzo Imperiale e la Cappella Palatina (cattedrale) ed ancora oggi tutto nella città sembra rimandare a questo evento unico nel corso della storia.

Carlo aveva vissuto gran parte della sua esistenza spostandosi continuamente da un capo all’altro dei suoi domini, alle prese con lunghe campagne militari, conquiste e organizzazione dei territori sottomessi. Nel suo Impero, non esisteva una capitale vera e propria poiché tutto il personale di governo si spostava con lui e la sola presenza fisica del sovrano era sufficiente per trasformare qualunque luogo nel centro decisionale dell’Impero.

Al ritorno dalle sue campagne militari, Carlo Magno sceglieva per svernare e trascorrere le festività religiose uno qualunque dei suoi palazzi, Quierzy o Herstal, Worms o Thionville, e quella diveniva, provvisoriamente, la capitale dell’Impero. Tuttavia, a partire dal 794, giunto in età avanzata, Carlo cominciò a trattenersi di preferenza ad Aquisgrana, dove aveva intrapreso già da qualche anno la costruzione d’un imponente palazzo con cui intendeva emulare e superare in maestà i sovrani di ogni tempo.

Dopo l’807 Carlo Magno non lasciò più la sua capitale eccezion fatta per le irrinunciabili cacce nell’attigua foresta delle Ardenne. Ad Aquisgrana l’Imperatore fece costruire il Palazzo Imperiale composto di numerosi edifici: la sala delle udienze e dei banchetti ispirata alle antiche basiliche romane (l’Aula palatina) a nord e la Cappella (a sud), collegate da un portico ligneo in cui sorgeva la statua equestre di Teodorico Re dei Goti, fatta giungere da Ravenna, appartamenti per i nobili e la sua corte ma anche grandi terme in cui potevano “prendere il bagno” oltre 160 persone.

Il Palazzo possedeva inoltre un’ampia biblioteca, archivi, una camera del tesoro, sale affrescate con scene della campagna di Spagna e raffigurazioni delle arti liberali. Lo splendido Palazzo Imperiale inserito nell’ampio complesso residenziale, doveva eguagliare e superare nelle intenzioni dell’Imperatore i grandi luoghi del potere del suo tempo come il Palazzo di Bisanzio o i Palazzi lateranensi papali, divenendo simbolo visibile dell’autorità imperiale che Carlo aveva provveduto a restaurare.

Purtroppo dell’intero complesso, solo la Cappella è giunta sino a noi, mentre gli altri edifici, costruiti per lo più in legno, sono rimasti vittima del tempo e degli incendi. Lo stesso Palazzo Imperiale venne sostituito dal Municipio della città tra il 1330 al 1346.

La Cappella Palatina

La Cattedrale di Aquisgrana a cui ci si riferisce spesso come Cattedrale Imperiale ha assunto il suo aspetto attuale nel corso di oltre un millennio. Il cuore della Cattedrale di Aquisgrana resta la Cappella Palatina fatta costruire da Carlo in stile bizantino/carolingio.

Pur essendo oggi sorprendentemente piccola al confronto delle aggiunte successive, al tempo della sua costruzione era la più grande cupola a Nord delle Alpi. La sua affascinante architettura riunisce sapientemente in sé elementi classici, bizantini e franco-germanici.

Nel 936, Ottone I dichiarò Aquisgrana “città dell’Incoronazione” e la Cappella Palatina rimase il luogo preposto a questo rito per circa 600 anni, fino al 1531, assistendo all’incoronazione di 30 Imperatori del Sacro Romano Impero.

Carlo iniziò la costruzione della Cappella nel 796 ispirandosi al Triclinio Aureo di Costantinopoli (la sala posta al centro del Palazzo imperiale di Bisanzio). Nelle sue intenzioni, questo luogo doveva risultare un ambiente a metà tra una sala del Trono ed un luogo sacro, simbolo del potere imperiale che agli occhi di Carlo e della sua corte era assimilabile per sacralità alla condizione sacerdotale. Gli ambasciatori avevano descritto all’Imperatore il Triclinio di Bisanzio come simile alla Chiesa di San Vitale di Ravenna ed egli volle che fosse costruita una Cattedrale che le somigliasse. La Cappella venne iniziata nel 796 da Oddone di Metz e dalle maestranze francesi e venne consacrata durante la festa dei Re Magi del 804 da Papa Leone III.

Inizialmente inserita all’interno del Palazzo Imperiale, la Cappella Palatina che, nonostante i restauri di epoca ottoniana e i successivi in età gotica seguiti all’incendio del 1224, si presenta ancora oggi simile all’originale, è una costruzione ottagonale di circa 31 metri d’altezza e 16 di diametro, sostenuta da grandi pilastri. Era ricca di oro e d’argento, di lucerne e balaustre, con massicce porte di bronzo. Le colonne marmoree di porfido, simbolo imperiale, e i marmi pavimentali furono trasportati, con il permesso del Papa, da Ravenna e da Roma. La cappella era dominata da un grande mosaico del Cristo Pantocratore sotto cui trovava posto il trono imperiale.

Al di sopra degli archi della galleria si erge un tamburo ottagonale con finestre, su cui poggia la cupola che copre lo spazio centrale. Attorno a questi pilastri corre un periambolo di 16 lati con basse volte incrociate, sopra cui si trova un’alta galleria, coperta anch’essa da volte a botte e chiusa da cancelli di bronzo in stile carolingio. Sul lato ovest dell’ottagono si trova un campanile, connesso da un ponte in pietra e affiancato da due torri scalari rotonde.

Dal soffitto della Cappella pende il grande lampadario in rame (1160-70), simbolo della Gerusalemme celeste, commissionato al maestro Wibert da Federico Barbarossa, mentre nel matroneo viene conservato il trono di Carlo Magno dove dopo l’incoronazione, gli Imperatori venivano omaggiati dai principi. Sulla mensola antistante il coro, si trova la pala d’oro, donata dall’imperatore Enrico II il Santo in occasione della sua incoronazione (1014) insieme all’ambone in lamine d’oro e bronzo posto sulla parete destra del coro.

Alla sua morte, nell’814, Carlo fu sepolto nella Cappella dove i suoi resti sono tuttora conservati. Nell’anno 1000, Ottone III fece aprire la cripta di Carlo Magno. Il corpo dell’Imperatore venne trovato in notevole stato di conservazione, seduto su un trono di marmo, vestito con gli abiti imperiali, con la sua corona in testa, con i Vangeli aperti in grembo e lo scettro in mano. Nel 1165, Federico Barbarossa aprì ancora la cripta e fece disporre le spoglie in un sarcofago scolpito nel marmo, che si diceva essere quello dell’Imperatore Augusto. Le ossa vi riposarono fino al 1215, quando Federico II le fece trasferire nel Karlsschrein (1200-1215), un urna in oro e argento intarsiata con scene delle guerre di Carlo Magno contro i Mori, dove si trovano tuttora.

I tesori della Cappella Palatina della cattedrale di Aquisgrana

Oltre a queste opere d’arte, numerosi sono i capolavori di arte sacra dei periodi tardo-classico, carolingio, ottoniano e staufiano conservati nel tesoro della cattedrale di Aquisgrana che, non a caso, è considerato tra i più importanti tesori ecclesiastici dell’Europa settentrionale: tra questi, pezzi unici e meravigliosi come la Croce di Lotario, la Croce pettorale di Carlo Magno, il Busto di Carlo Magno e il Sarcofago di Persefone.

Oltre ciò, Carlo arricchì la “sua” chiesa di “reliquie bibliche”. Il reliquiario di Maria contiene alcuni oggetti appartenuti a Gesù, a Maria e a Giovanni Battista. Ciò fece si che nel periodo gotico il Duomo (consacrato appunto a Maria) divenisse un importante centro di pellegrinaggi: dal 1349, ogni sette anni giungevano gruppi di pellegrini, soprattutto dall’Europa orientale, per pregare di fronte alle importanti reliquie e sulla tomba dell’Imperatore.

Per sopportare questo enorme flusso di pellegrini venne costruito dapprima un chiostro, poi nel periodo gotico, quando le grandi cerimonie liturgiche che vi si svolgevano fecero sorgere l’esigenza di allargare la chiesa, venne costruita una cappella vitrea in due parti che fu consacrata nel 600° anniversario della morte di Carlo Magno.

Al di là di tutti gli oggetti magnifici e unici, veri e propri capolavori dell’arte sacra, e di tutte le reliquie conservate, ciò che più impressiona all’interno della Cappella Palatina è il senso di sacro e di maestà che il luogo trasmette. La volontà dell’Imperatore Carlo è tutt’ora visibile anche oltre mille anni dopo: la Cappella lascia incantati; un senso di stupore e meraviglia invade il visitatore, colpito ancora oggi dallo splendore e dalla grandiosità del luogo ma anche, e soprattutto, dalla sacralità e dalla maestosità del potere imperiale che essa rappresenta.

FONTE: Radici Cristiane n. 19

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