La dittatura del relativismo

Roberto de Mattei Roberto de Mattei

  • Casa editrice: Solfanelli
  • Anno edizione: 2007
  • Pagine: 150
  • ISBN: 978-88-89756-26-3

ACQUISTA ORA

Il grande dibattito del nostro tempo, secondo Roberto de Mattei, non è di natura politica o economica, ma culturale, morale e, in ultima analisi, religiosa. Si tratta del conflitto tra due visioni del mondo: quella di chi crede nell’esistenza di principi e di valori immutabili, iscritti da Dio nella natura dell’uomo, e quella di chi ritiene che nulla esista di stabile e di permanente, ma tutto sia relativo ai tempi, ai luoghi, alle circostanze. Se però non esistono valori assoluti e diritti oggettivi, la volontà di potenza dell’individuo e di gruppi diventa l’unica legge della società e si costituisce quella che Benedetto XVI ha definita la “dittatura del relativismo”.

La denuncia della minaccia relativista è il filo conduttore di queste pagine, che raccolgono scritti e interventi dell’autore svolti tra il 2005 e il 2007. L’opposizione alla dittatura del relativismo, che oggi si esprime attraverso il terrorismo psicologico e la repressione giudiziaria, passa attraverso la riscoperta di quella legge naturale e divina che ha costituto il fondamento della Civiltà Cristiana, formatasi nel Medioevo in Europa e da qui diffusasi nel mondo intero.

Sembra un paradosso, ma non lo è affatto: il relativismo —cioè la dottrina secondo la quale non esiste una verità, ma ne esistono molte — lungi da essere il presupposto naturale della tolleranza, è invece l’anticamera dell’intolleranza. Il prof. Roberto de Mattei analizza il problema della perdita di un sicuro faro che indichi la giusta via e la conseguente ammissione dell’inesistenza di una (sola) verità sotto vari aspetti.

Tra i principali c’è quello della legislazione, che in Italia come in Europa, allontanandosi da ogni ragionevole logica, provoca la messa al bando di ogni pensiero dettato dalla nostra legge naturale, permeata di razionalità cristiana. Un solo esempio: le norme sull’omofobia, vale a dire sulla pretesa discriminazione sessuale nei confronti degli omosessuali, che di fatto creano una gravissima discriminazione nei confronti della famiglia tradizionale. Sarà condannato chi indicherà ai propri figli come obiettivo la costituzione di una famiglia “normale”? Secondo una interpretazione rigida della legge, per quanto assurdo possa sembrare, sì.

Del resto, nel caso della ricerca scientifica e storica non sono pochi, purtroppo, gli esempi di saggisti che hanno pagato con la perdita della cattedra universitaria o con il carcere l’aver semplicemente espresso alcune idee. Adesso appare più chiaro il concetto di “dittatura del relativismo”?

Ma qual è l’obiettivo ultimo delle posizioni relativiste? Dopo che gli economisti hanno accettato l’idea che non esistano “leggi” della loro materia e tanto meno ricette per raggiungere la prosperità; dopo che i politologi hanno convenuto che non esiste un’unica ideologia in grado di dare pace e stabilità ad un Paese; dopo che gli scienziati hanno ammesso che ogni scoperta scientifica è valida solo fino a quando non si dimostri il contrario, il che — aggiungono — può peraltro avvenire in qualsiasi momento; dopo che i filosofi (almeno quelli più à la page) hanno esaltato il pensiero “debole”, ormai gli unici a non cedere sono rimasti i teologi, la cui cultura, non dipendendo dagli umori della piazza, dalla variabilità delle urne o dagli interessi delle lobby, non è scalfita dal morbo del relativismo.

Ecco quindi perché il grande dibattito del nostro tempo, secondo Roberto de Mattei, non è di natura politica od economica, bensì religiosa e, di conseguenza, culturale e morale. Ecco perché il fatto che negli ultimi tempi la Chiesa si sia schierata sui grandi temi morali viene visto, soprattutto dal mondo politico di sinistra, come una “inaccettabile ingerenza”, con accenti di disperazione che sembrano riecheggiare quelli del Risorgimento italiano nella lotta contro il potere temporale.

L’Autore conclude il suo saggio — in cui ha analizzato anche le responsabilità dei cristiani (e, in Italia, dei democristiani) nell’aver lasciato prevalere la mentalità relativista — proponendo dieci “tesi” su religione e società: la Chiesa, che sta alla società come l’anima sta al corpo, può, cristianizzando la società, renderla più civile. Se abbandona questa direzione, rischia di essere secolarizzata dalla società e quindi di fallire nel proprio obiettivo, che è quello di far rispettare la legge naturale (opposta quindi al relativismo culturale) e di “instaurare omnia in Cristo”.

Il pensiero cui questo libro si ispira è quello del Magistero tradizionale della Chiesa, ma anche dall’insegnamento dei grandi autori contro-rivoluzionari cattolici dell’Ottocento e del Novecento, di cui l’autore è, in Italia, erede e continuatore.

BIO

Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, ha insegnato Storia Moderna presso le università di Cassino, Roma-La Sapienza e Europea di Roma e tra il 2003 e il 2011 è stato vice-presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con delega nel settore delle Scienze Umane.

È autore di circa trenta libri, tradotti in varie lingue, tra cui Il Concilio Vaticano II, una storia mai scritta (Lindau, Torino, 2010, Premio Acqui-Storia 2011, tradotto in otto lingue) e, recentemente, La sovranità necessaria. Riflessioni sulla crisi dello stato moderno (I libri del Borghese, 2019), La critica alla rivoluzione nel pensiero di Augusto Del Noce (Le Lettere, 2019), Love for the Papacy and Filial Resistance to the Pope in the History of the Church (Angelico Press 2019). È stato inoltre membro dei Consigli Direttivi dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea e del Consiglio Direttivo della Società Geografica Italiana e membro del Board of Guarantees della Italian Academy presso la Columbia University di New York (2005-2011).