San Massimiliano Kolbe: il mistero di Dio e dell’Immacolata

San Massimiliano Kolbe: il mistero di Dio e dell’Immacolata - Schola Palatina

Maria Immacolata è il primo ed il più grande capolavoro di Dio. Per capire chi sia Maria, c’è bisogno del cuore e soprattutto delle ginocchia. C’è bisogno di umiltà, perché la superbia allontana da Lei…

Maria Immacolata è il primo ed il più grande capolavoro di Dio, concepito dall’eternità unitamente al piano dell’eterna predestinazione del Verbo a farsi carne. Dio scelse una Madre per Suo Figlio e ciò lo fece da sempre. La vide e la volle tutta pura e immacolata. Maria Vergine perciò è comprensibile solo in Dio e a partire dal Suo mistero.

Questo è il pensiero di san Massimiliano M. Kolbe: per capire chi sia Maria, dobbiamo prima capire chi sia Dio, altrimenti il titolo mariano «Madre di Dio» rischia di non essere afferrato pienamente; e dobbiamo tratteggiare alcune relazioni tra Maria tutta Immacolata e Dio SS. Trinità, così come concepite da padre Kolbe, il santo martire di Auschwitz, con l’aiuto di alcune sue conferenze, da poco edite in italiano dalla Casa Mariana Editrice, tenute tra gli anni 1927-1947, pubblicate in polacco nel 1983 e successivamente tradotte parzialmente in inglese. Il volume in italiano è invece completo.

San Massimiliano Kolbe e Niepokalanòw

Normalmente in san Massimiliano Kolbe il pensiero di Dio è sempre legato al pensiero della SS. Trinità e il pensiero dell’Immacolata, a sua volta, è sempre legato al pensiero di Dio SS. Trinità.

Quando san Massimiliano parla di Dio e del Suo mistero, lo fa meditando sul Dio Unitrino e sul carattere di azione-reazione di ogni attività divina: da Dio verso di noi nell’Immacolata e da noi nell’Immacolata verso Dio; oppure dal Padre nel Figlio per lo Spirito Santo nell’Immacolata e dall’Immacolata per lo Spirito Santo suo Sposo divino, nel Figlio al Padre. Il principio si congiunge con il fine di ogni azione, Dio il Padre e la Sua massima gloria.

Niepokalanòw, la grande città fondata da san Massimiliano Kolbe in Polonia, con oltre 700 religiosi, doveva diventare immagine di Dio Trinità e questo solo per mezzo dell’Immacolata. Perché Niepokalanòw diventi immagine di Dio Trinità è necessario conoscere l’Immacolata, amarLa ed imitarLa. In Lei vive il mistero di Dio. La Madonna è indispensabile per entrare nel mistero di Dio. «Chi sei, o Immacolata?», si chiede padre Kolbe, richiamando quella preghiera tipicamente francescana: «Chi sei tu e chi sono io», rivolta al Dio altissimo.

Per conoscere il Dio altissimo bisogna conoscere il mistero-Maria, che egli ha svelato in una creatura immacolata, nella quale si cela la grandezza di Dio, la sua onnipotenza. Il mistero dell’Immacolata illumina il mistero di Dio e il mistero di Dio radica e struttura il mistero dell’Immacolata, perché è da esso che trae origine. I due misteri si intersecano in ragione della divina maternità di Maria. Come conoscere allora l’Immacolata? Ella è un mistero per il quale non basta l’intelletto. C’è bisogno del cuore e soprattutto delle ginocchia. C’è bisogno dell’umiltà. La superbia allontana da Lei, come Lucifero, che ne è disgustato ma rimane sotto i suoi piedi.

In una meditazione del mattino del 26 settembre 1937, così S. Massimiliano delineava la causa dell’Immacolata: «A volte lo si pensa tra sé e sé, a volte sono gli altri a sussurrarcelo… che qui, da noi, c’è troppa devozione alla Madonna. Alcuni arrivano perfino a dire che bisogna mettere ordine, poiché si sta esagerando. Queste o simili sono le cose che si possono sentire, e da qualche parte addirittura leggere, o di cui può venirne il dubbio perfino a noi. Tutto questo in coloro che hanno buona volontà deriva dal fatto che conoscono troppo poco la Madonna. In realtà gli autori moderni quasi nulla scrivono sulla Madonna e libri come “La Madre mia”, “Verso le vette”, “Il mio ideale, Gesù figlio di Maria”, sono ancora molto pochi e solo l’inizio. Ancor meno si scrive della Madonna nei Paesi protestanti.
Il beato Grignon de Monfort era perseguitato dai sacerdoti e dai vescovi giansenisti. Anche attualmente ve ne sono e, nei Paesi protestanti, il protestantesimo penetra fin nel Cattolicesimo. In che modo accingersi ad approfondire la causa dell’Immacolata? C’è il rischio di volerlo fare solo con l’intelletto, ma trattandosi della Madre di Dio ed entrando in campo il concetto “di Dio”, ci troviamo di fronte a un mistero che non possiamo approfondire con l’intelletto, poiché i misteri divini lo trascendono. Pure i professori della Sorbona, benché dotti e retti, sbagliarono e soltanto Duns Scoto difese la verità che più tardi il Papa avrebbe confermato.

Una tradizione dice che, mentre Giovanni Duns Scoto andava alla disputa, per strada pregava e, giunto ad una statua dell’Immacolata, le disse sospirando: “Concedimi di lodarti, o Vergine Santissima, e dammi forza contro i tuoi nemici”. Non disse “benedicimi”, ma “concedimi”. Si sentiva indegno della grazia di difendere l’Immacolata Concezione. È una grazia poter lodare l’Immacolata con quest’umile preghiera» (Conferenza n. 108).

La «serva del Signore»

Questa riflessione viene ripresa da San Massimiliano Kolbe in un’altra conferenza il 26 novembre 1938. La nostra conoscenza sarà sempre imperfetta, perché Maria attinge all’infinità di Dio e «lo Spirito Santo l’ha così transustanziata che in un certo qual modo Ella forma un solo essere con Lui». Diceva san Massimiliano: «Per giungere alla conoscenza dell’Immacolata utilizziamo la ragione. Esiste anche l’intuizione che inconsciamente precede la ragione, per cui le anime pagane sentono il bisogno della Madre della vita spirituale. Non la conoscono, ma intuiscono che Ella deve esserci. Tuttavia i nostri concetti sono molto terreni e Lei è un essere soprannaturale. La nostra conoscenza è soltanto una somiglianza, un’analogia.

Quelli che amano la Madonna scrivono di Lei, riflettono su di Lei, pur non conoscendola del tutto. Chi è Lei per Dio Padre? Una creatura. È Lei che dice così di Sé: «Eccomi sono la serva del Signore» (Lc 1,38). Ma Ella è molto di più. Lei è la Sposa dell’eterno Padre. Questo è qualcosa di così sublime che noi non possiamo comprenderlo. I concetti e le parole umane non sono sufficienti. Il Padre celeste volle che la seconda Persona della SS.ma Trinità fosse Suo Figlio, affinché l’Immacolata potesse essere Sua Madre nel tempo ossia la Madre del medesimo Figlio. È difficile comprenderlo. Dobbiamo essere strettamente uniti alla Madonna per poter comprendere questo mistero» (Conferenza n. 202).

Non pochi teologi dopo il Vaticano II si sono affaccendati a ridimensionare la persona della Beata Vergine Maria con intenti marcatamente ecumenici. Hanno pensato che, abbassando Maria, si innalzasse di più Gesù. Ma cosi non è stato, né può essere.

Sicuramente un tale minimalismo non caratterizza nessun santo e tanto meno il Nostro. Anzi, diceva san Massimiliano, in una meditazione del mattino ai professi solenni, il 9 aprile 1938: «Ogni creatura e tutto ciò che è fuori della Trinità riceve l’esistenza da Dio. Solo Dio esiste da Se stesso. Ad ogni istante ogni cosa riceve l’esistenza da Dio, perfino l’umanità di Gesù. Anche la Madonna è una creatura di Dio. Sotto questo titolo, Lei da Sé non è nulla. E tutto quello che è lo ha ricevuto da Dio. Tuttavia è la creatura più perfetta, perciò ogni onore reso a Lei è reso a Dio. Ammirando una scultura o un quadro, onoriamo l’artista che l’ha eseguito. Così venerando la Madonna, onoriamo Dio, anche se non ci pensiamo. E quanto più si adorerà la perfezione di Dio nella Madonna, tanto più perfetta sarà la nostra adorazione, semplicemente per il fatto che Dio ha creato una perfezione così grande» (Conferenza n. 159).

San Massimiliano Kolbe e la Via aurea a Dio

Dall’insegnamento kolbiano, dunque, possiamo dedurre che, amando la Madonna, adoriamo Dio perfettamente. Più amiamo la Madonna e più adoriamo Dio. La perfezione poi è adorare Dio che dimora in Maria come in un tempio. Questo in ragione del principio di causa ed effetto, il quale lumeggia non solo il fatto che ogni effetto sia riconducibile ad una causa determinata, ma altresì che ogni effetto ci sveli “peso e misura” di quella causa, la sua bellezza.

Maria, creatura tutta di Dio, ci svela o ri-vela la perfezione del divino Artista. Pertanto, una vera devozione mariana non sarà mai finalizzata a se stessa, ma sarà sempre la via più aurea, la via cioè per essere ricondotti all’origine, a Dio. L’Immacolata è la via per andare a Dio. Consacrarsi a Lei è andare a Gesù nel modo più perfetto.

FONTE: Radici Cristiane n. 120

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