Lo sviluppo urbanistico di Roma: dal Barocco al Novecento
di Penelope Filacchione
Dettagli del corso
Parafrasando Andrea Giardina, Roma non è solo un luogo: è prima di tutto un’idea. Condivide questo onere e questo onore con poche altre città al mondo (Venezia, Firenze, Parigi, Londra, Manhattan…). Difficile da vivere e da gestire, ma bellissima quando ci si mette, la amiamo nonostante tutti i suoi difetti. Ma quando, come e perché Roma è diventata quello che è? Il suo essere non è definito solo da un agglomerato di edifici attorno a strade e piazze, ma rappresenta una stratificazione di esigenze sociali, di circostanze storiche, di bisogni e desideri di chi l’ha vissuta. Raccontare Roma attraverso il suo sviluppo urbanistico significa leggerla come un libro, unendo tra loro edifici e assi viari, colli e valli, centro e periferia. Senza dimenticare il suo onnipresente fiume, strada liquida e baluardo difensivo, confine vivente e intralcio.
Un minicorso diviso in due parti per ripercorrere l’identità di Roma attraverso la sua urbanistica, pensato per chi a Roma ci vive, per chi ci passerà da turista e pellegrino consapevole, per chi la sogna.
Struttura del corso
Il corso sarà articolato in 4 lezioni di 1 ora e 30 minuti ciascuna. Le lezioni si svolgeranno dalle ore 18:30 alle 20:00.
La data di inizio del corso è il 12 giugno 2025.
Programma
Nel 1585 diventa Papa Sisto V Peretti: dopo quasi sessant’anni Roma ha superato il trauma del Sacco dei Lanzichenecchi e si appresta a celebrare il Giubileo del 1600. La Chiesa, di cui Roma è capitale, è passata attraverso una riforma protestante, una controriforma cattolica. Nel frattempo, molti paesi si sono affrancati politicamente e psicologicamente dal papato, che però si pone al cospetto dell’Europa come una potenza territoriale. Sisto V investe uno sforzo enorme nel ricostruire interamente la viabilità giubilare, in quello che possiamo senza dubbio definire il primo vero piano regolatore della città moderna. Si interviene ovunque, dalle piazze alle basiliche papali, avviando una serie di cantieri che richiamano a Roma artisti di ogni genere: dal gigantismo della prima epoca sistina, la generazione successiva elabora nel barocco. Piazze, palazzi, fontane, nel pieno della Guerra dei Trent’anni che vede lo scontro epocale tra cristianesimo e protestantesimo (1618-1648) Roma diventa la città alla moda, dove farsi vedere e dove tutto accade: trasforma all’incirca in quella che conosciamo oggi, ma con un vero palazzo reale (il Quirinale) e con una cintura verde di ville e collezioni memorabili, come mai viste al mondo.
QUANDO: 12 giugno 2025
ORARIO: 18:30 – 20:00
La Pace di Westfalia chiuse la Guerra dei Trent’anni: nonostante tutto, se il cristianesimo è uscito vincitore, la Chiesa è la grande sconfitta perché anche i paesi cattolici non sono più realmente sotto la sua influenza politica. Appare una città sonnacchiosa, con pochi interventi di vero rilievo da parte della pubblica amministrazione, ma comunque elegante: si portano a termine piazza di Spagna e la Fontana di Trevi, alcune nuove famiglie costruiscono nuovi palazzi (come Palazzo Braschi a piazza Navona), nascono i teatri – anche se con una programmazione ridotta rispetto quella europea, tanto che Stendhal la trova noiosa – pullulano soprattutto gli uffici dei vari ambasciatori. Però inizia il Grand Tour e le rovine romane attirano i viaggiatori che vengono a vedere le rovine, tanto che si prendono i primi provvedimenti per un ordinamento museale moderno (illuminista!), si provvede a percorsi per i turisti, si restaurano alcuni monumenti. Poi…arrivano i francesi e tutto cambia. Roma scavalca l’inizio del XIX secolo piena di vita, con Paolina Borghese che posa per Canova, mentre nascono nuovi e più moderni progetti urbanistici, incluso l’ammodernamento di Piazza del Popolo che diventerà quella che noi conosciamo. Napoleone a Roma non è mai arrivato, ma se alzaste lo sguardo nella parte bassa di via del Corso, potrebbe sembrarvi di essere a Parigi. Finita la tragica parentesi della Repubblica Romana, pure in una difficilissima fase storico politica, la città è avviata alla modernità: papa Po IX inaugura nel 1856 la prima linea ferrovia dello Stato Pontificio. Due anni prima a Roma si sperimentava la prima illuminazione a gas!
QUANDO: 19 giugno 2025
ORARIO: 18:30 – 20:00
Il 20 settembre 1870 i bersaglieri entravano a Roma da Porta Pia: l’Italia era unita e Roma la sua capitale naturale. Ma non è cosa da poco: la città conta all’incirca 250mila abitanti, niente. Ha intere zone degradate e inabitabili e, per colmo di misura, il 28 dicembre del 1870 – quando il re si era insediato da pochissimo al Quirinale – si verifica una delle più disastrose piene del Tevere. Esistono foto d’epoca che ci mostrano la gente in barca in piazza del Pantheon! Inizia così il fervore edilizio della roma savoiarda, che chiamiamo umbertina perché per la maggior parte avviene sotto il Re Umberto (1878-1900). Dalla costruzione dei muraglioni del Tevere a all’edificazione dei palazzi ministeriali, fino alla costruzione di interi nuovi quartieri per le abitazioni decorose per la nuova borghesia: nascono l’Esquilino, il Quirinale, il Viminale, via Nazionale, ma anche la zona di via Veneto dalla lottizzazione di Villa Ludovisi. Villa Borghese si salva per miracolo, Villa Pamphilj viene evitata perché è troppo fuori mano. Tutto ciò non è immune da scandali e speculazioni, di cui il pi celebre è il crac della Banca Romana, un colossale fallimento finanziario-immobiliare che investì la politica italiana tra il 1892 e il 1894. Nel frattempo, Roma era piena di miserabili: operai e manovali mal pagati – spesso non pagati – immigrati dal Molise, dall’Abruzzo, dalle Marche, lasciando la famiglia e vivendo in condizioni disastrose. Sarà il più innovatore dei sindaci di Roma, Ernetsto Nathan (1907-1913), a pensare ai quartieri operai. A lui si deve anche il primo piano regolatore del Novecento, con zone di sviluppo verdi, a villini, per i ceti più bassi e per la piccola borghesia. Nascono Testaccio, l’Aventino, Monteverde Vecchio, la Garbatella. E anche le prime scuole pubbliche di Roma, accessibili a tutti per una migliore speranza di futuro.
QUANDO: 26 giugno 2025
ORARIO: 18:30 – 20:00
Erroneamente, quando pensiamo all’urbanistica e all’architettura del Ventennio, pensiamo esclusivamente al gigantismo razionalista degli anni Trenta. Ma Roma nel Ventennio non è solo questo dal punto di vista della sua storia: fino al 1932 il piano regolatore (e i progetti in opera) resta quello di Nathan. Finalmente si porta a compimento il Vittoriano, un monumento pienamente liberty, omaggio ai Re d’Italia e ai soldati dispersi. Inizia però in questo periodo un ragionamento per dotare Roma di una viabilità e di infrastrutture moderne: cosa demolire? Cosa salvare? Più ci si addentra negli anni Trenta prevale la retorica di regime anche nelle scelte: ad esempio via della Conciliazione dopo il Concordato del 1929, ma anche via dell’Impero, oggi Fori Imperiali. Nelle zone nuove nascono però la Città Universitaria, il Foro Italico, gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, mentre per l’edilizia abitativa, a fianco a quella intensiva a palazzine enormi nascono le borgate pianificate, volutamente isolate e quasi sempre presidiate da un forte militare.
Ultima grande impresa l’Eur, per quella Esposizione Universale del 1942 che non ebbe modo di vedere la luce.
QUANDO: 3 luglio 2025
ORARIO: 18:30 – 20:00
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Docente

Prof.ssa Penelope Filacchione
Penelope Filacchione. Storica dell'arte specializzata in iconografia e iconologia cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.
Dal 2003 è docente Archeologia e Storia dell'arte classica e cristiana antica presso la facoltà di Lettere classiche e cristiane antiche dell'Università Pontificia Salesiana e ha tenuto la cattedra di Archeologia cristiana per la facoltà di Teologia del medesimo ateneo. Insegna presso le Scuole d'Arte e dei Mestieri di Roma Capitale e presso la Link Campus University.
Ha collaborato alla redazione della rivista Archeo - Attualità del passato, ha all'attivo numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative e ha curato e scritto - insieme a Caterina Papi - il volume Archeologia cristiana - coordinate storiche, geografiche, culturali edito dalla LAS e pensato specificamente per gli studenti delle facoltà teologiche e degli atenei pontifici.
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