Natale, la festa dei canti
Lungo i secoli, il genio umano ha fatto a gara per celebrare il Natale nei modi e toni più svariati. Ciò ha prodotto una grande varietà di canti e musiche.. primi secoli della Chiesa fino a oggi (o quasi).
I primi canti furono ovviamente quelli tradizionali e anonimi, composti non sgorgati dal sentimento popolare ed espresso dai vari genii nazionali. E il caso del canto francese Les anges dans nos campagnes, talmente antico che non se ne sa l’epoca di composizione, oppure è il caso di alcuni canti spagnoli, come quelli inseriti dal re Alfonso il Savio nella sua celebre raccolta delle Cantigas de Santa Maria, risalente al XIV secolo.
Natale: i canti e gli inni antichi
A partire dal XV secolo, con lo sviluppo dell’ “Ars Nova” e la specializzazione dei generi musicali, quello natalizio ha cominciato fiorire in tutta Europa. Poiché la musica strumentale era ancora debole, si tratta solo di canti e inni, alcuni dei quali sono rimasti nel repertorio odierno. Ad esempio, l’area franco-fiamminga ci ha tramandato Adeste Angelus ad Virginem, In dulci jubilo, Dieu vous garde, ll est né le petit enfant, Gay rossignol sauvage, Noe, Noe (attribuito a Melchior Frank).
L’area anglo-germanica ci ha tramandato Remember o thou man, Once in royal David’s city, O du fröhliche, Maria durch ein dornwald ging, Es ist ein Ros’ entsprungen (attribuito a Michael Pretorius). Von Himmel hoch (attribuito a Martin Lutero). Non bisogna però dimenticare i canti spagnoli, come Riu riu chiu e Madre en la puerta.
La produzione barocca
Successivamente, l’età barocca ha favorito lo sviluppo di musiche strumentali e corali in onore del Natale, molte delle quali scritte da grandi compositori. Fra quelle strumentali, ricordiamo quelle composte per Organo, ad esempio le popolari pastorali (celebri quelle del gesuita Zipoli) e i brani di molti altri autori (Couperin, Corrette, Pachelbel, Sammartini). Tuttora apprezzati dal pubblico sono i concerti grossi, eseguiti da piccola orchestra d’archi, composti per la festa del Natale (come quelli di Corelli, Torelli, Germiniani, Manfredini).
Ben maggior valore hanno però le composizioni natalizie coral-strumentali, come le cantate (specie quelle di Stradella) e i mottetti (specie quelli dei due Gabrieli), per non parlare della Storia del Natale di Cristo composta dallo Schütz e della Messa di mezzanotte scritta dallo Charpentier.
Nel secolo della musica classica
Tra la fine del Seicento e l’inizio dell’Ottocento, nel periodo di massimo splendore della musica classica, i più grandi compositori hanno dedicato al Natale capolavori musicali. Bach, per esempio, oltre ai celebri preludi corali per organo (come In dulci Jubilo), gli ha consacrato il grandioso Oratorio di Natale e varie cantate (come Nur kommt der Heiden Heiland, che contiene il celebre coro Jesu bleibet moine Freude). Händel ha celebrato il Natale nelle parti più importanti del suo Messiah, Mozart con il suo mottetto Exultate, jubilate.
Anche l’arido e freddo Settecento ha avuto le sue musiche natalizie, soprattutto grazie ai canti di san Luigi Grignion di Montfort e di sant’Alfonso Maria de’ Liguori ( Tu scendi dalle stelle, Quanno nascette Ninno).
Proprio in questo periodo la Russia, che non ha conosciuto razionalismo né Rivoluzione Francese, ha espresso i suoi più belli canti natalizi, di matrice liturgica, armonizzati oltre un secolo dopo dai vari Kastalskj, Tschaikowskj, Rachmaninov. Un discorso analogo va fatto per la Polonia, ricordando ad esempio il celebre Laetentur coeli di Zielenski.
La rinascita religiosa dell’Ottocento
All’inizio dell’Ottocento, in reazione al razionalismo ed alla Rivoluzione Francese, scoppiò una rinascita religiosa che favorì quella musicale, rappresentata non solo dal Romanticismo ma anche da una notevole fioritura di canti natalizi, fra i quali molti sono tuttora popolari.
Ricordiamo ad esempio quelli di area austro-tedesca come O Tannenbaum, Still, still, still!, Pueri concinite (di Herbeck) e soprattutto Stille nacht (di Gruber); di area anglo-americana, come Away in manager, you merry gentlemen, The little drum-merboy, Hark the herald angels sing (di Wesley, rilanciato da Mendels-sohn); di area francese, come Minuit, chrétiens (di Adolphe Adam), più noto nella versione inglese (O holy night).
E il Novecento?
E nel Novecento? In questo secolo scettico e distruttore, che ha segnalato la crisi e la morte delle arti, possiamo segnalare ben poche musiche religiose valide, meno ancora quelle natalizie. A parte le complesse composizioni coral-strumentali di mons. Lorenzo Porosi e di mons. Domenico Bartolucci, ricordiamo comunque alcune musiche d matrice inglese come i carols di Benjamin Britten e alcuni inni di Elgar e Walton.
Dopodiché, la celebrazione natalizie è rimasta confinata in alcune celebri canzoni, da quelle lanciate dall’americano Bing Crosby (Gingle bells) e da Renato Rascel.
FONTE: Radici Cristiane n. 10