Lo sviluppo urbanistico di Roma: dal Barocco al Novecento

di Penelope Filacchione

Dettagli del corso

Parafrasando Andrea Giardina, Roma non è solo un luogo: è prima di tutto un’idea. Condivide questo onere e questo onore con poche altre città al mondo (Venezia, Firenze, Parigi, Londra, Manhattan…). Difficile da vivere e da gestire, ma bellissima quando ci si mette, la amiamo nonostante tutti i suoi difetti. Ma quando, come e perché Roma è diventata quello che è? Il suo essere non è definito solo da un agglomerato di edifici attorno a strade e piazze, ma rappresenta una stratificazione di esigenze sociali, di circostanze storiche, di bisogni e desideri di chi l’ha vissuta. Raccontare Roma attraverso il suo sviluppo urbanistico significa leggerla come un libro, unendo tra loro edifici e assi viari, colli e valli, centro e periferia. Senza dimenticare il suo onnipresente fiume, strada liquida e baluardo difensivo, confine vivente e intralcio.

Un minicorso diviso in due parti per ripercorrere l’identità di Roma attraverso la sua urbanistica, pensato per chi a Roma ci vive, per chi ci passerà da turista e pellegrino consapevole, per chi la sogna.

Struttura del corso

Il corso sarà articolato in 4 lezioni di 1 ora e 30 minuti ciascuna, di cui un’ora dedicata alla formazione più la discussione.

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Programma

Nel 1585 diventa Papa Sisto V Peretti: dopo quasi sessant’anni Roma ha superato il trauma del Sacco dei Lanzichenecchi e si appresta a celebrare il Giubileo del 1600. La Chiesa, di cui Roma è capitale, è passata attraverso una riforma protestante, una controriforma cattolica. Nel frattempo, molti paesi si sono affrancati politicamente e psicologicamente dal papato, che però si pone al cospetto dell’Europa come una potenza territoriale. Sisto V investe uno sforzo enorme nel ricostruire interamente la viabilità giubilare, in quello che possiamo senza dubbio definire il primo vero piano regolatore della città moderna. Si interviene ovunque, dalle piazze alle basiliche papali, avviando una serie di cantieri che richiamano a Roma artisti di ogni genere: dal gigantismo della prima epoca sistina, la generazione successiva elabora nel barocco. Piazze, palazzi, fontane, nel pieno della Guerra dei Trent’anni che vede lo scontro epocale tra cristianesimo e protestantesimo (1618-1648) Roma diventa la città alla moda, dove farsi vedere e dove tutto accade: trasforma all’incirca in quella che conosciamo oggi, ma con un vero palazzo reale (il Quirinale) e con una cintura verde di ville e collezioni memorabili, come mai viste al mondo.

La Pace di Westfalia chiuse la Guerra dei Trent’anni: nonostante tutto, se il cristianesimo è uscito vincitore, la Chiesa è la grande sconfitta perché anche i paesi cattolici non sono più realmente sotto la sua influenza politica. Appare una città sonnacchiosa, con pochi interventi di vero rilievo da parte della pubblica amministrazione, ma comunque elegante: si portano a termine piazza di Spagna e la Fontana di Trevi, alcune nuove famiglie costruiscono nuovi palazzi (come Palazzo Braschi a piazza Navona), nascono i teatri – anche se con una programmazione ridotta rispetto quella europea, tanto che Stendhal la trova noiosa – pullulano soprattutto gli uffici dei vari ambasciatori. Però inizia il Grand Tour e le rovine romane attirano i viaggiatori che vengono a vedere le rovine, tanto che si prendono i primi provvedimenti per un ordinamento museale moderno (illuminista!), si provvede a percorsi per i turisti, si restaurano alcuni monumenti. Poi…arrivano i francesi e tutto cambia. Roma scavalca l’inizio del XIX secolo piena di vita, con Paolina Borghese che posa per Canova, mentre nascono nuovi e più moderni progetti urbanistici, incluso l’ammodernamento di Piazza del Popolo che diventerà quella che noi conosciamo. Napoleone a Roma non è mai arrivato, ma se alzaste lo sguardo nella parte bassa di via del Corso, potrebbe sembrarvi di essere a Parigi. Finita la tragica parentesi della Repubblica Romana, pure in una difficilissima fase storico politica, la città è avviata alla modernità: papa Po IX inaugura nel 1856 la prima linea ferrovia dello Stato Pontificio. Due anni prima a Roma si sperimentava la prima illuminazione a gas!

Il 20 settembre 1870 i bersaglieri entravano a Roma da Porta Pia: l’Italia era unita e Roma la sua capitale naturale. Ma non è cosa da poco: la città conta all’incirca 250mila abitanti, niente. Ha intere zone degradate e inabitabili e, per colmo di misura, il 28 dicembre del 1870 – quando il re si era insediato da pochissimo al Quirinale – si verifica una delle più disastrose piene del Tevere. Esistono foto d’epoca che ci mostrano la gente in barca in piazza del Pantheon! Inizia così il fervore edilizio della roma savoiarda, che chiamiamo umbertina perché per la maggior parte avviene sotto il Re Umberto (1878-1900). Dalla costruzione dei muraglioni del Tevere a all’edificazione dei palazzi ministeriali, fino alla costruzione di interi nuovi quartieri per le abitazioni decorose per la nuova borghesia: nascono l’Esquilino, il Quirinale, il Viminale, via Nazionale, ma anche la zona di via Veneto dalla lottizzazione di Villa Ludovisi. Villa Borghese si salva per miracolo, Villa Pamphilj viene evitata perché è troppo fuori mano. Tutto ciò non è immune da scandali e speculazioni, di cui il pi celebre è il crac della Banca Romana, un colossale fallimento finanziario-immobiliare che investì la politica italiana tra il 1892 e il 1894. Nel frattempo, Roma era piena di miserabili: operai e manovali mal pagati – spesso non pagati – immigrati dal Molise, dall’Abruzzo, dalle Marche, lasciando la famiglia e vivendo in condizioni disastrose. Sarà il più innovatore dei sindaci di Roma, Ernetsto Nathan (1907-1913), a pensare ai quartieri operai. A lui si deve anche il primo piano regolatore del Novecento, con zone di sviluppo verdi, a villini, per i ceti più bassi e per la piccola borghesia. Nascono Testaccio, l’Aventino, Monteverde Vecchio, la Garbatella. E anche le prime scuole pubbliche di Roma, accessibili a tutti per una migliore speranza di futuro.

Erroneamente, quando pensiamo all’urbanistica e all’architettura del Ventennio, pensiamo esclusivamente al gigantismo razionalista degli anni Trenta. Ma Roma nel Ventennio non è solo questo dal punto di vista della sua storia: fino al 1932 il piano regolatore (e i progetti in opera) resta quello di Nathan. Finalmente si porta a compimento il Vittoriano, un monumento pienamente liberty, omaggio ai Re d’Italia e ai soldati dispersi. Inizia però in questo periodo un ragionamento per dotare Roma di una viabilità e di infrastrutture moderne: cosa demolire? Cosa salvare? Più ci si addentra negli anni Trenta prevale la retorica di regime anche nelle scelte: ad esempio via della Conciliazione dopo il Concordato del 1929, ma anche via dell’Impero, oggi Fori Imperiali. Nelle zone nuove nascono però la Città Universitaria, il Foro Italico, gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, mentre per l’edilizia abitativa, a fianco a quella intensiva a palazzine enormi nascono le borgate pianificate, volutamente isolate e quasi sempre presidiate da un forte militare.
Ultima grande impresa l’Eur, per quella Esposizione Universale del 1942 che non ebbe modo di vedere la luce.

Videoregistrazione

Per ogni lezione è disponibile la videoregistrazione, nella pagina del corso, per essere fruita “on demand” quando e dove vuoi.

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Singolo corso
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Docente

Prof.ssa Penelope Filacchione

Penelope Filacchione. Storica dell'arte specializzata in iconografia e iconologia cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.

Dal 2003 è docente Archeologia e Storia dell'arte classica e cristiana antica presso  la facoltà di Lettere classiche e cristiane antiche dell'Università Pontificia Salesiana e ha tenuto la cattedra di Archeologia cristiana per la facoltà di Teologia del medesimo ateneo. Insegna presso le Scuole d'Arte e dei Mestieri di Roma Capitale e presso la Link Campus University.

Ha collaborato alla redazione della rivista Archeo - Attualità del passato, ha all'attivo numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative e ha curato e scritto - insieme a Caterina Papi - il volume Archeologia cristiana - coordinate storiche, geografiche, culturali edito dalla LAS e pensato specificamente per gli studenti delle facoltà teologiche e degli atenei pontifici.

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Cosa dice chi ha già scelto Schola Palatina:

Giorgio Mac
Giorgio Mac
Ho seguito on line la lezione sul canto gregoriano, molto precisa documentata con proiezione di allegati esplicativi, il Professore molto preparato e chiaro nella esposizione. Lezione di livello universitario ma spiegata con semplicità ed accessibile anche a non specialisti del settore. Un'ora e trenta di apprendimento efficace.
Arturo Donati
Arturo Donati
Il progetto formativo di Schola Palatina prevede la variegata e crescente proposta differenziata di unità tematiche di primaria importanza. Vengono affrontate con supporto documentario e presentate con un linguaggio reso ponderatamente comprensibile e mai semplificato. I docenti sono sempre all'altezza delle questioni trattate, offrono spunti di riflessione e di approfondimento. Presentano immagini e schede didattiche chiare e sintetiche che accompagnano ogni lezione davvero metodologicamente ben calibrata. Ciascuna consente il rispetto dei tempi di apprendimento, facilitato da una breve sintesi della precedente e cosa più importante riserva un proporzionato tempo per le domande. Agli uditori non può certamente sfuggire il contenuto di fede cristiana, avulso da ogni schematismo ed esuberanza ideologica, che anima l'azione educativa svolta con impegno e vocazione. Un buon seme che può contribuire ai tanti silenziosi sforzi in atto per arginare la terribile superficialità e superbia del nostro tempo. Superbia che non prevarrà anche se ha fatto ammalare, in primis, il cuore dell'Occidente cristiano.
Margherita Montesano
Margherita Montesano
Corsi molto interessanti per ogni età. Ogni argomento è inquadrato da un punto di vista interdisciplinare. Grazie sempre per le vostre proposte a me riservate.
Vale Affa
Vale Affa
Lezioni, corsi e seminari di altissimo livello. Docenti impeccabili. Offrono formazione vera, che merita di essere seguita. Consigliatissimo.
Ma Bo
Ma Bo
Seguo Schola Palatina da tempo e le sue lezioni inerenti i temi trattati con puntuali competenze sono riuscite a colmare curiosità e lacune che avevo accumulato nel tempo. Sono molto contenta poter attingere a questa memoria così conservata come trasmessa con la stessa passione, capace di coinvolgere ogni pagina della mia vita ravvivandola in nuove prospettive. Grazie.
Mario Marco Calvelli
Mario Marco Calvelli
La Schola Palatina è un importante possibilità di approfondire i temi connessi ai vari aspetti della vita cristiana ed ecclesiale. In un momento in cui il modernismo in tutti i suoi aspetti sta corrodendo e pervadendo la fede, la dottrina e gli stili di vita, rendendo tutto fluido accomodante ciò che per secoli è stato l'insegnamento e la vita della chiesa. La formazione che offre la Schola Palatina è sicura, efficace, comprensibile e sopratutto fondata su tre luoghi teologici. La tradizione apostolica, la sacra scrittura e il magistero perenne della chiesa. Non ultimo la validità dei relatori coinvolti Grazie al Prof. de Mattei per questo impegno che porta avanti da decenni.
Paola Bianchi
Paola Bianchi
Ho ascoltato con grandissimo interesse una lezione su un argomento (le origini del gregoriano) sul quale non immaginavo potessero esserci così tanti, e così tanto affascinanti, nuovi studi e interpretazioni. Lezione molto coinvolgente tenuta da un docente che con grande competenza ha trasmesso la sua passione per questo argomento.
Marilena Roli
Marilena Roli
Ho seguito la lezione con interesse. Esposizione chiara, esaustiva e coinvolgente. Insegnanti preparati e piacevoli da seguire. Grazie anche per gli ottimi spunti a proseguire con gli approfondimenti.
Giordano Carlo Spinelli
Giordano Carlo Spinelli
La lezione è stata molto interessante e esposta molto bene e l’argomento spiegato bene mi è proprio piaciuta.
Angelina Donnantuoni
Angelina Donnantuoni
Introduzione al corso sull'iconografia medievale davvero eccellente, esposizione chiara ed accattivante. Grazie!
Piero Bianco
Piero Bianco
Veramente interessante l'argomento ed eccellente il relatore che ha tenuto viva l'attenzione per più di un'ora. Mirabile la sintesi e rigoroso il metodo. Sulle risposte grande competenza ed "equilibrio".
Ariadne Diosa
Ariadne Diosa
Lo trovo un'esperienza affascinante. Gli argomenti mi interessano particolarmente e considero il corso un'oasi di conoscenze accessibili, tenute da veri specialisti del settore. Bravissimi!!!
Susanna Menescardi
Susanna Menescardi
Il prof. Gnerre, che seguo da molto tempo, è sempre per me un punto di riferimento. Preparatissimo e chiarissimo, offre approfondimenti molto preziosi sulle questioni teologiche e di apologetica. Grazie!!
Manuela Caramella
Manuela Caramella
Opportunità preziosissima quella di assistere ad una lezione della Dottoressa Filacchione...Competenza , passione e coinvolgimento sono caratteristiche peculiari dei docenti di Schola Palatina. Un'oasi di crescita e consapevolezza dell'importanza del sapere. Grazie davvero.
Cristina Ayala de Zudaire
Cristina Ayala de Zudaire
Sono rimasta stupita dalla profondità e dalla varietà degli argomenti di studio offerti dalla Schola Palatina. Congratulazioni!!
Claudia Fusi
Claudia Fusi
Ho seguito il corso "Le origini del Canto gregoriano" tenuto dal professor Alessandro De Lillo. Docente eccelso, esposizione chiarissima e appassionata. Grazie e complimenti.
Tiziana Chiamberlando
Tiziana Chiamberlando
Progetto formativo ricco, nutre di cultura una visione cristiana della vita attraverso la competenza di docenti qualificati. Una realtà a cui fare riferimento per chi, come me, è impegnato in percorsi educativi e teologici. Attento ed efficiente l'aiuto in caso di problemi tecnici. Esperienza imperdibile!
Al Da
Al Da
Ho seguito la seconda lezione del Corso “Teologia Cattolica della Croce nell’Epistolario di Padre Pio” tenuto dal Prof. Gnerre. Molto interessante ed edificante! Complimenti!

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