Dettagli del corso
Il genere letterario dei Bestiari medievali ha cominciato a risvegliare un reale interesse da parte degli studiosi non più di una quarantina di anni fa; pensiamo che ancora negli anni Settanta del Novecento potevano venir qualificati come testi fantasiosi e ingenui, quando non erano addirittura considerati come il segno tangibile dell’ignoranza e della superstizione dell’uomo medievale in ragione della loro mancanza di “scientificità”.
Nel corso delle quattro lezioni ad essi dedicate scopriremo invece la straordinaria ricchezza di testi che riassumono una sapienza millenaria e che, attraverso le Scritture e il pensiero dei Padri della Chiesa, testimoniano di un rapporto fra Uomo e Natura che della “scientificità” in senso moderno non sa che farsene. Emerge chiarissimo dall’analisi di questi testi quanto la realtà visibile in sé non rivestisse grande interesse agli occhi dell’Uomo medievale, poiché ciò che veramente importava era la ricerca della Verità. Una Verità che la Natura contiene in quanto creata da Dio e che non è utile indagare nella forma, ma nella sostanza.
Ecco allora che, a partire dalla prima redazione del Physiologus nel II secolo fino ai tardi Bestiari in volgare del XIV e XV e pur con tutti i mutamenti intercorsi in un genere dalla fortuna tanto longeva, l’obiettivo primario dello studio della Natura e dei suoi abitanti non è quello di individuare e approfondire le loro caratteristiche reali, quanto piuttosto le vie attraverso le quali queste caratteristiche, o “nature”, conducono dalla Creatura al Creatore.
È un mondo simbolico complesso e profondo, che finisce per toccare corde sensibili quali le paure, i fantasmi e gli archetipi inconsci individuali e collettivi della psiche, che trovano prima un riconoscimento nella loro rappresentazione esplicita e visuale, e che si sublimano poi attraverso una lettura in chiave ora teologica, ora moraleggiante, ora in entrambe.
Come sempre quando si tratta di Miniatura, il corso sarà un viaggio per immagini alla scoperta di questo mondo che così poco conosciamo, ma che moltissimo ha da raccontare a noi uomini moderni, che nel rincorrere una scienza “infallibile” abbiamo finito per smarrire il suo senso più profondo.
A chi è rivolto questo corso?
Studenti liceali, universitari, laureati, dottorandi, ricercatori, docenti di scuola media e superiore, cultori di scienze storiche, artistiche, umanistiche e religiose, seminaristi, sacerdoti e docenti di università ecclesiastiche.
Struttura del corso
Il corso è articolato in 4 lezioni di 1 ora e 30 minuti ciascuna, di cui un’ora dedicata alla formazione più la discussione.
Programma
La lezione ha innanzi tutto una funzione introduttiva; si cercherà di capire il rapporto fra l’uomo e l’animale nel medioevo a partire dalle Sacre Scritture, Antico e Nuovo Testamento, ma anche dalle posizioni che su questo argomento avevano assunto gli antichi, da Aristotele ad Eliano a Porfirio, senza dimenticare Plinio e Solino. Ai due ambiti sacro e profano fece infatti riferimento l’anonimo estensore del Physiologus, che nell’ambiente culturale alessandrino del II secolo scrisse la sua opera, che sarà la base testuale ed iconografica da cui partiranno i successivi Bestiari. Osserveremo numerose miniature del famoso Fisiologo di Berna, un codice miniato carolingio da cui deve necessariamente partire qualsiasi discorso su testo e immagine dei Bestiari.
L’analisi particolareggiata di alcuni fra i tanti animali presenti nel Bestiari ci permetterà di comprendere la complessità di questo genere letterario. Le dicotomie oppositive su cui si basava la conoscenza della natura nel Medioevo – Bene/Male, terra/cielo, luce/tenebre… – si ritrovano molto spesso nelle “nature” degli animali, soprattutto in quelli a cui le Scritture attribuiscono maggiore rilievo. Ecco che allora difficilmente un animale sarà solo positivo o solo negativo, ma ciascuno possiede in sé entrambi gli aspetti che comportano differenti significati o “moralizzazioni”. Inoltre, il simbolismo animale dall’antichità al medioevo non ha sempre avuto un percorso lineare, ma attraverso contaminazioni e migrazioni si simboli e significati si assiste nel tempo a cambiamenti significativi.
Moltissimi Bestiari a partire dal sec. XII comprendono un testo nuovo redatto nel terzo decennio del secolo: l’Aviarium, scritto da Hugo de Folieto, abate del monastero di Saint Laurent-au-Bois presso Amiens. Se l’antica tradizione dei Bestiari che parte dal Physiologus si collega ad una visione certamente cristiana, ma resta in parte legata ad un’interpretazione del simbolismo animale impregnata di classicismo, l’Aviarium rispecchia in pieno il nuovo naturalismo del sec. XII. È in questo momento che aquista pieno significato la concezione della natura come Teofania, come afferma fra gli altri Onorio Augustodunensis. Proprio per la sua originalità e per la sua grandissima diffusione, approfondiremo quest’opera che fin dal momento della sua stesura entrerà a far parte della compilazione di moltissimi dei Bestiari successivi.
Per completare lo studio sugli animali così come vengono rappresentati nel Bestiari, è opportuno riservare un cenno ai mostri e agli esseri ibridi che popolano le carte dei codici più tardi, non tanto per la “curiosità” del soggetto quanto per la valenza teologica, simbolica e psicologica che queste categorie rivestono nell’immginario collettivo del tardo Medioevo. Inoltre, partire dal sec. XII la vasta produzione di Bestiari si arricchisce di redazioni generalmente molto fortunate nelle lingue volgari e nei vernacoli: antico e medio francese, antico, alto e medio tedesco, medio olandese, catalano, galiziano, toscano, veneziano… Ci soffermeremo brevemente anche su alcune di queste versioni. Infine, come conclusione dello studio, si cercherà di “mettere ordine” fra le diverse tradizioni dal Physiologus ai Bestiari tardi, con un cenno agli scopi e ai possibili utilizzi di testi tanto particolari.
Videoregistrazione
Per ogni lezione è disponibile la videoregistrazione, nella pagina del corso, per essere fruita “on demand” quando e dove vuoi.
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Docente

Prof.ssa Laura Carlino
Laura Carlino è storica dell'arte laureata all'Università di Firenze con un cursus studiorum centrato sulla Storia della Miniatura, la Codicologia e la Paleografia, studi proseguiti poi con la specializzazione in Storia dell'Arte e delle Arti Minori conseguita presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Fra le pubblicazioni in questo ambito, particolare rilievo rivestono i cataloghi CARLINO, L. - DOTTI, G., Codici miniati della Biblioteca Statale di Cremona, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1992, nel quale il patrimonio di codici miniati della biblioteca cremonese viene pubblicato per la prima volta in modo esaustivo, e CARLINO, L., Il calamo e la figura. Il "bel libro" medievale, Cremona, Biblioteca Statale di Cremona, 1994 (catalogo della mostra), in cui vengono per la prima volta studiati anche i codici miniati del Fondo Civico della stessa biblioteca. Va inoltre ricordato CARLINO, L., Cronache Universali in rotulo nel tardo medioevo. La storia per immagini nel ms. 258 della Biblioteca Statale di Cremona, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1997, oltre a numerosi contributi in riviste specializzate, atti di convegni e altro.
Trasferitasi con la famiglia in Spagna, continua a studiare e si dedica in modo particolare alla formazione online. Seguila sul suo canale YouTube ArtEvoc - art&culture.
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