José Sanchez Del Rio, martire della Regalità sociale di Cristo

José Sanchez Del Rio, martire della Regalità sociale di Cristo - Schola Palatina

Lo scorso 16 ottobre 2016 papa Francesco ha canonizzato José Sanchez Del Rio. É un santo a cui guardare con particolare attenzione per tre ragioni: per la sua limpida Fede, che ambisce a realizzare già in terra il Regno sociale di Gesù Cristo; per il suo amore verso Cristo Re dell’Universo e la Madonna, amore che lo condusse fino al martirio cruento; per il suo virile coraggio, quello che oggi manca alla maggior parte degli uomini di Chiesa e ai fedeli, neppure più in grado di affermare la Verità e di difendere il Vangelo.

«Cara mamma, mi hanno catturato, stanotte sarò fucilato. Ti prometto che in Paradiso preparerò un buon posto per tutti voi. Il tuo Josè, che muore in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe»: questo fu il biglietto, che venne ritrovato sul corpo del quattordicenne José Sanchez Del Rio, nato il 28 marzo 1913 a Sahuayo de Morelos, in Messico, e morto martire nel 1928 negli orribili giorni del massacro dei Cristeros, quando non vi fu pietà per i Cattolici.

Come nella Vandea

Il presidente Plutarco Elías Calles, anticlericale, si pose l’obiettivo di perseguitare e annientare la Chiesa messicana: scuole cattoliche e seminari vennero chiusi, i sacerdoti furono sottoposti all’autorità civile ed i preti stranieri espulsi. La popolazione fu costretta al bivio: o rinunciare alla Fede o perdere il lavoro. Di fronte a tali orrende ingiustizie si sollevò una temeraria insurrezione, che ricorda quella della Vandea francese sotto l’attacco dei giacobini.

Un esercito, composto da contadini, operai, studenti, tentò di difendere il proprio Credo e per farlo fu costretto ad impugnare le armi: i Cristeros vollero la libertà d’esser figli di Dio e di sostenere il Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Il loro grido di battaglia fu «¡Viva Cristo Rey!» e la loro bandiera fu la Madonna di Guadalupe.

Anche un fanciullo tenne fra le mani quella bandiera: furono le mani di José Sanchez Del Rio nel giorno della cruenta battaglia di Cotija: era il 6 febbraio 1928. Supplicò la mamma di non esser lasciato a guardare, ma di poter far parte della milizia per Cristo nella lotta per la Fede. Così, col consenso materno, si preparò ad affrontare anche la morte per Cristo Re. Divenne la mascotte dei Cristeros, che lo chiamarono Tarcisius, come il santo adolescente di Roma, il quale subì il martirio mentre portava l’Eucaristia ai cristiani in carcere: scoperto, strinse al petto il Corpo di Gesù per non farlo cadere in mani profane e venne barbaramente ucciso.

«¡Viva Cristo Rey!»

Quando, a Cotija, in piena mischia, un proiettile abbatté il cavallo del suo comandante, José Sanchez Del Rio gli offrì il suo e tentò di coprirgli la ritirata a colpi di fucile, ma il tentativo fallì ed entrambi vennero catturati.

José finì prigioniero nella chiesa del suo paese, Sahuayo, profanata dai soldati federali e trasformata in un pollaio. Vedendo un tale sacrilegio, il ragazzo tirò il collo a qualche gallinaceo, ma ciò scatenò la rappresaglia. Alcuni soldati lo picchiarono, lo torturarono e lui, con un coraggio inimmaginabile, pronunciò il grido di battaglia, a ripetizione: «¡Viva Cristo Rey!». L’8 febbraio fu costretto ad assistere, come ammonizione nel tentativo di piegarlo, all’impiccagione di Lázaro, un altro ragazzo imprigionato assieme a lui. Il corpo del giovane, ritenuto morto, venne trascinato al vicino campo santo, dove fu abbandonato; tuttavia si trattò di morte apparente, infatti Lázaro si riprese e scappò.

La tenace e ostinata resistenza di José, che nessuna sofferenza fu in grado di flettere, divenne una questione da risolvere al più presto per i persecutori.

Gli aguzzini cercarono di fargli rinnegare la Fede promettendogli, oltre alla libertà anche denaro, una brillante carriera militare, persino un allettante espatrio nei ricchi Stati Uniti d’America. Tuttavia, la risposta di José a tali proposte fu una sola: «Viva Cristo Re, viva la Madonna di Guadalupe!».

I senza Dio escogitarono un’alternativa: chiedere un riscatto ai genitori, ma José li convinse a non pagare e riuscì ancora a ricevere una volta la Santa Comunione prima del 10 febbraio 1928, quando, verso le 23, i militari, con spietato odio, spellarono le piante dei piedi del santo, costringendolo a camminare sul sale, per poi spingerlo verso il cimitero. Mentre José continuò a gridare il nome di Gesù e di Maria, uno dei soldati lo ferì accoltellandolo e per l’ultima volta gli chiesero di rinnegare il suo Credo, ma José rifiutò ancora e domandò di essere fucilato, continuando a invocare a gran voce gli immacolati Nomi. Avrebbero voluto finirlo a pugnalate, ma il capitano, innervosito da quelle sante grida, estrasse la pistola e gli sparò. José spirò, ma dopo esser riuscito a tracciare una croce sul terreno con il suo sangue.

Un Santo per i nostri giorni

Beatificato da Benedetto XVI il 20 novembre 2005, è stato canonizzato da papa Francesco il 16 ottobre 2016. José Sanchez Del Rio è un santo a cui guardare con particolare attenzione nei nostri ciechi, perversi e crudeli giorni apostatici per tre ragioni: per la sua limpida Fede, quella che ambisce a realizzare già in terra il Regno sociale di Gesù Cristo Nostro Signore; per il suo amore verso Cristo Re dell’Universo e la Madonna, amore che lo condusse fino all’accettazione del martirio cruento; per il suo virile coraggio, quello che oggi manca alla maggior parte degli uomini di Chiesa e ai fedeli, neppure più in grado di affermare la Verità, di difendere il Vangelo e i valori celesti, di indicare la Salvezza portata in terra dal Figlio di Dio.

José, come i veri testimoni di Cristo, ha giurato con la propria vita e con il proprio sangue per l’altare, per il tempio, per il Cielo, per Dio Onnipotente e per il Suo trono, dove è assiso come Giusto Giudice.

FONTE: Radici Cristiane n.119

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